"Sto diventando un po' troppo critico per potermi illudere ulteriormente di avere qualche talento" - F. Nietzsche


"Musica est exercitium aritmaeticae occultum nescientis se numerari animi“

- G.W. Leibniz


"I pecoroni non vogliono diventare padroni del loro lavoro!" - C.T.


"Tutta la musica è contemporanea."

venerdì 23 settembre 2011

Come ti metto in musica la finanza, ovvero: o la Borsa o la nota !


La vulgata corrente vuole che tra le discipline scientifiche e la musica vi siano rapporti molto stretti. Ma io rimango sempre alquanto perplesso di fronte al luogo comune che recita: la musica è matematica (oppure: la musica è architettura). Sembrano affermazioni ragionevoli, che contengono senza dubbio una qualche verità profonda, indagata fin dall'antichità: ma forse non è così semplice, non vi pare? Però, è innegabile che la base strutturale del linguaggio musicale sia costituita da rapporti aritmetici. Le altezze, gli intervalli, le durate, sono espressi in rapporti numerici.
Ad esempio, il La è una frequenza di 440 Hz/sec., l'intervallo  Do-Sol è detta una 5°, la Croma è 1/ottavo, e così via. La fantasia dei compositori si è applicata a questa affascinante caratteristica per sperimentare le più varie associazioni tra musica e altre discipline, innanzitutto quelle scientifiche, ovviamente.  Tralascio tutte le numerose composizioni di cui sono a conoscenza, che hanno provato a mettere in musica che so, equazioni della fisica, serie numeriche, rapporti architettonici etc. 
Un tentativo che trovo particolarmente curioso per i suoi risvolti di indubbia relazione con l' attualità, ma anche molto interessante sul piano stettamente musicale, è quello di "mettere in musica" i movimenti dei mercati azionari, delle Borse. Ve ne voglio portare due esempi, di nessuno dei quali sono purtroppo riuscito a trovare un file audio da allegare qui (protetti da copyright), ma se vi capita vi  consiglio di non perdere l'occasione di andarveli ad ascoltare in concerto.


Il primo esempio  viene dall'Inghilterra: come ci segnala Luca Pavanel nel suo  blogil Financial Time ha chiesto a Julian Anderson, uno dei più importanti compositori Inglesi, di "musicare" la recente crisi finanziaria. Come si legge nell'articolo pubblicato dallo stesso FT, "Prof. Anderson speculates about which real-life sounds of the markets – traders shouting, say – might be sampled. He looks at how financial charts – showing US bank debt, for instance – could be converted into music using a software programme".
Anderson però si deve essere accorto che la trasposizione computerizzata è una operazione complessa e dagli esiti incerti, e si è più modestamente- potremmo dire- limitato a imitare con analogie vagamente naturalistiche il saliscendi delle Borse. Ne potete vedere un esempio nelle due foto in alto: dove il grafico scende, il profilo melodico scende, imitandone la tipica traiettoria a zigzag. Naturalmente, se l'idea fosse così elementare la composizione non avrebbe alcun interesse: ma Anderson è un eccellente artigiano e musicista, e mette perciò in campo ulteriori ingegnosi parametri (armonia, orchestrazione, densità, etc) che rendono più complesso e gradevole il risultato. Ho usato di proposito l'aggettivo "gradevole"perchè, come Anderson sostiene, "...il pezzo deve essere accessibile ai non-addetti-ai-lavori, a quelli che hanno acquistato il biglietto più economico e vogliono ascoltare il famoso solista nella seconda parte del concerto ... (con questo pezzo, NdR) intendo  dar loro un messaggio musicale, la sensazione che "qualcosa è andato perduto", senza che si  debbano essere accorti che la sensazione deriva dalla discesa dei prezzi delle azioni ". 
Insomma, senza dubbio per l'ascoltatore il pezzo sarà gradevole e ben scritto, rappresenta un ottimo esempio della tendenza attuale della musica contemporanea a cercare una comunicazione immediata con il pubblico, e in questo è da apprezzare: ma la mia opinione è che l'esperimento, per quanto riguarda il progetto inizialmente enunciato dall'autore, è tecnicamente fallito. 
In altre parole, potremmo dire l'operazione è fallita, il paziente (fortunatamente) è vivo. 


Di ben altro rigore appare il lavoro cui da tempo si dedica il compositore italiano Fabio Cifariello Ciardi (QUI il suo sito), che unisce una salda formazione accademica ad una lunga esperienza come informatico musicale. Le sue opere sono sempre basate su idee semplici ma originali: ricordiamo il suo recente lavoro con la ricostruzione dei vecchi intonarumori dei Futuristi, oppure i Tre piccoli studi sul  Potere, basate sulla singolare traduzione in musica del "parlato" di uomini politici globali quali George W. Bush, Barack Obama, L'imperatore Aikito, e altri notevoli lavori. 
Il suo modo di impostare il progetto sui movimenti azionari di  Borsa (che si basano sull'interazione tra il computer e uno o più strumentisti dal vivo) è esemplarmente "puro" tecnicamente, molto affascinante dal punto di vista estetico, e sembra voler approdare a esiti quasi Cageani: l'autore cammina in equilibrio tra Caso e Necessità, Struttura preordinata e Invenzione istantanea, e mescola il tutto con una componente ludica che fa ascoltare/guardare la performance con la giocosa attesa dell'evento imprevedibile, un po' come fanno (forse divertendosi un po' meno) gli investitori incollati agli schermi con i grafici di borsa. Non a caso l'autore dichiara con coerenza di non poter completamente rivendicare la paternità della musica prodotta con questa particolare tecnologia informatica, da lui stesso programmata.
Per spiegarmi meglio, riporto qui un estratto da un suo testo: 
"Nelle mie installazioni Nasdaq Voices, a BID match, e nei concerti Nasdaq Match 0.1 e Nasdaq Match 0.2 ho applicato la sonificazione agli scambi azionari. Per mezzo di "sMax", un software da me appositamente creato, ogni scambio di azioni, nell’istante in cui accade, "sveglia" uno strumento musicale virtuale o reale. Le azioni delle società che appartengono al medesimo comparto del mercato suoneranno con i medesimi strumenti, determinando così una sorta di campo omogeneo di orchestrazioni possibili. Nelle performance dal vivo i diversi parametri del software possono essere da me controllati in tempo reale per sottolineare di volta in volta particolari tipologie di scambi, come una sorta di lente (acustica) di ingrandimento sull'economia globale. Quella prodotta da "sMax" non è veramente musica: ogni suono corrisponde a del denaro *reale* che è appena passato di mano, e ogni evento musicale ha lo scopo esclusivo di trasferire il movimento finanziario nel dominio del suono con la maggiore trasparenza possibile. I dati finanziari sono alquanto imprevedibili, ma sicuramente non sono casuali, cioè il loro movimento dipende da una serie estremamente complessa di ragioni: le singole decisioni di acquisto o vendita degli investitori, che operano sulla base di attente valutazioni e previsioni sull'andamento del mercato azionario o del singolo  titolo. Tale determinismo dovrebbe garantire la validità  della mia scommessa:  una traduzione in musica fedele e trasparente dei dati finanziari dovrebbe "suonare" piuttosto bene. Pertanto, anche se rivendico la paternità dell'idea, la sua realizzazione grazie a "sMax" e gli spettacoli che ne derivano, non posso davvero dire che si tratti di musica "mia": non sono suoni che rappresentano le mie idee musicali, ma... quelle della borsa. Perché lo faccio? Per curiosità e divertimento: dal momento che i suoni di sMax sono infinitamente meno cari delle azioni, ci si può permettere il lusso di origliare alle grandi porte dell'economia, ...senza rimetterci le penne".
(Fabio Cifariello Ciardi, 2011)


Con i miei complimenti a Fabio, un compositore singolarmente lucido e originale. Se siete sei  tipi curiosi, allora senz'altro appuntatevi il nome, e se vi capita, correte ad ascoltarlo! 

4 commenti:

  1. mooolto interessante.
    Ieri ho letto un commento, su fb, che diceva: sono così costernata che non ho più parole, vorrei essere un musicista per poter dire quello che c'è da dire senza le parole.. forse in musica. E io sento esattamente uguale.
    Qualcosa si sente il dovere di dire, ma - come dice una famosa barzelletta- mi si strozza. Staziona in gola un certo conato latente perenne.
    Per la legge della sincronicità.. questo tuo post mi suona come una sorta di risposta.

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  2. Sono contento di contribuire , per così dire, all' "equilibrio emotivo" di qualcuno....!?
    Quanto al merito: la musica certo può dire in modo sintetico, ciò che forse con le parole non si riesce a dire.
    Bisognerebbe capire che cosa uno "sente il dovere di dire"...

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  3. Basta? forse uno sente il bisogno di dire "basta". Su, facci una sinfonia sul tema.

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  4. Ma.... la "sinfonia" è esattamente ciò di cui si occupa il post . L'hai letto almeno, Donna e Basta ???
    ;-))

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